Reunion
Il jetlag ci sveglia presto, l'aria candizionata mi ha screpolato le labbra, devo stare attento a soffiarmi il naso perchè è un gesto di maleducazione qua e il tatami è più scomodo di quanto pensassi nonostante il letto di casa sia un materasso di legno, insomma piccoli inconvenienti di stare fuori.
Usciamo dal ryokan per dirigerci verso Ueno.
"Caffè?"
"Dove?"
"Nei distributori..."
Ci sono dei distributori di lattine di caffè caldo. Amo già questo paese!!!
La qualità non è il massimo, ma questi distributori hanno salvato la vita di non poche persone o almeno della mia sicuramente.
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LATTINE CALDE |
Abbiamo abbastanza tempo per farci una passeggiata sul parco sopra la stazione di Ueno.
Siamo stati accolti in Giappone da un maltempo non indifferente, Conva riferisce che al telegiornale non parlano di altro...e io che mi aspettavo di propaganda nazionalista simil cinese.
Il parco non ha dimensioni indifferenti e difatti ne vedremo solo una parte.
I visitatori consistono principalemente in hobo, signori anziani con polpacci da far impallidire chi non fa i leg days, impiegati smarriti, turisti, fotografi, giovani innamorati e corvi grossi come aquile.
Si vedono i ciliegi in fiore martoriati dalla pioggia nella notte, il cielo è grigio e promette altra pioggia, sembra più primavera che autunno.
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Foto da turisti |
"Yokoso!!!"
Era la cinquantesima volta che sentivo benvenuto in giapponese, altre 5 ed avrei scavalcato le transenne, spaccato a ombrellate lo schermo con il video di benvenuto, mi sarei fatto arrestare e dopo aver passato 10 giorni in prigione per aver stuprato un totem che dava video di benvenuto mi avrebbero rispedito in Italia.
Not Worth it, torno a concentrarmi nel frame delle ragazze vestite da maid con il cartello "Benvenuti in Giappone" nell'altro video di benvenuto.
Era da quasi un'ora che aspettavamo davanti agli arrivals di Tokyo-Narita, avevamo fatto video di minecraft, skyrim, tokyo rape, tokyo drift, street fighter con la gopro di Gary, avevamo contato 13 bambini che uscivano in neanche 10 minuti e il mio stomaco pretendeva un tributo per le forze spese la mattina.
Arriva, sospiro di sollievo per tutti e un bel video in cui Claudia viene interrogata su come sia riuscita con le sue forze ad arrivare fino a qua.
Sono le 16 circa, il mio stomaco si è arreso di chiedere tributi e ha deciso di suicidarsi consumandosi da solo.
Siamo di nuovo a Ueno, dopo aver passato un paio di orette al ryokan per permettere alla nuova arrivata di adattarsi al clima tipico inglese e di riprendersi un paio di ore di sonno.
IT'S SUSHI TIME!!!
Ho sempre sentito parlare del fatto che il pesce qua ti si sciogliesse in bocca, ma non sono mai riuscito a concepire la cosa fino a quando non ho mangiato il primo pezzo di sushi e i consecutivi 13 piattini.
Non sto a descrivere, c'è solo da venire ed assaporare.
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Il trofeo |
Passiamo le successive 2 ore a girare per le strade di Ueno, per un negozio di giochi di 6 piani dove ho visto portafogli morire di morte lunga e dolorosa e sopratutto dove ho scoperto l'esistenza di un manga sul ciclismo... sti giapponesi riescono a rendere secsi e figo pure l'autista di un autobus.
Non ho la foto, ma accontentatevi di questo |
Moar people
Il distretto di Shibuya non ha nulla da invidiare alle grandi metropoli, ci sono luci ovunque, megaschermi, e persone, tante tantissime persone.
Tra queste tante persone è normale confondere una ragazza con un megacapello e un mantello nero per V che attraversa uno degli incroci con più pedoni al mondo.
Aspettiamo 2 amici di Gary che sono in visita anche loro del Giappone, la signorina Chiara e il signor Stefano.
Chiara è un esplosione di kawaii e acuti, ma ha un carattere forte, Stefano è un tipo pacato e molto socievole, entrambi erano all'ultimo giorno di permanenza in Giappone, ci parlano dei posti che hanno visto e che vedremo, Chiara ci mostra i container di roba che ha comprato.
A Shibuya vediamo la vita notturna di Tokyo, vediamo uomini e donne di tutte le età vestiti nei modi più disparati, vediamo pettinature da far accapponare la gravità, negozi interi di cosmetici sulla faccia delle ragazze, tacchi 20 cm, ragazzi lampadati, turisti di tutte le nazionalità e uomini in carriera che ci provano con le ragazzine.
Era grosso |
Dopo aver girovagato per un'ora tra zone fumatori, edifici dominati da pupazzi kawaii siamo finiti al sesto piano di un palazzo in una sottospecie di trattoria.
Qua siamo stati accolti da menù in giapponese con piatti strani e camerieri le cui uniche parole anglofone erano arigato, one, two, three, four.
Ordiniamo.
Io mi butto su un set di 5 yakitori di parti di pollo e vitello indefiniti, Conva e Chiara vanno per dei Sashimi,
Claudia e Gary vanno per una sottospecie di zuppa di toufu agro-dolce-piccante, Stefano va di soba saltati.
Non so cosa ho mangiato e non voglio saperlo, avevano la consistenza di cartilagine di scimmia e probabilmente alcuni erano pezzi di intestino di qualche gatto che vedevo in giro il pomeriggio, uno mi sembrava calamaro ma nessuno della tavolata era d'accordo.
Nonostante tutto sono riuscito a mangiarli tutti, con abbastanza gusto e il giorno dopo non ho neanche cagato a spruzzo come avevo temuto.
La zuppetta toufu che era parecchio buona se non fosse che il gusto dolciastro era peggiore dei big bubble ed era condita anche con della carne di "maiale" che sembravano frattaglie con la consistenza di pancetta lasciata a mollo nell'acido per ore intere, un premio ai ragazzi che l'hanno finita senza vomitare l'anima delle loro precedenti generazioni.
Nel locale ho avuto occasione di vedere che anche i giapponesi sanno divertirsi, sono rumorosi come tutte le persone, rumorosi al punto che sono uscito col mal di gola a forza di urlare per conversare.
Amano bere, si godono la vita, ma il tutto rimanendo giapponesi, insomma un chaos organizzato anche quando fanno del casino.
La fine della serata è stata inconorata in un centro di purikura amate dalle ragazze giapponesi che ci spendono fior e fior di quattrini per fare delle fototessere da documenti, invece che passarli nelle sale giochi a fottersi gli occhi.
In questo centro abbiamo visto le studentesse con amiche, signorine con amiche, donne in carriera con amiche, Justin Bieber con amiche, gli One Direction con amiche, ragazzi di amiche con amiche e amiche passare ore e ore in cabine per fototessere per poi modificare le proprie foto nei modi più "kawaii" possibili cioè allargandosi gli occhi stile Grigi, mettere decorazioni di torte, stelline, cuoricini e peni invisibili e scritte di tipo: pinklife, #SWAG, mi piace la patata... Ho visto le rughe di novantenni scomparire manco l'elisir di giovenezza, cose che renderebbero pure Walter White Kawaii.
La notte era giovane ma dopo una bella foto di gruppo eseguita dal poveraccio che avrebbe preferito farsi arrestare dalla polizia locale invece che da dei turisti urlanti.
Qua siamo stati accolti da menù in giapponese con piatti strani e camerieri le cui uniche parole anglofone erano arigato, one, two, three, four.
Ordiniamo.
Io mi butto su un set di 5 yakitori di parti di pollo e vitello indefiniti, Conva e Chiara vanno per dei Sashimi,
Claudia e Gary vanno per una sottospecie di zuppa di toufu agro-dolce-piccante, Stefano va di soba saltati.
Non so cosa ho mangiato e non voglio saperlo, avevano la consistenza di cartilagine di scimmia e probabilmente alcuni erano pezzi di intestino di qualche gatto che vedevo in giro il pomeriggio, uno mi sembrava calamaro ma nessuno della tavolata era d'accordo.
Nonostante tutto sono riuscito a mangiarli tutti, con abbastanza gusto e il giorno dopo non ho neanche cagato a spruzzo come avevo temuto.
La zuppetta toufu che era parecchio buona se non fosse che il gusto dolciastro era peggiore dei big bubble ed era condita anche con della carne di "maiale" che sembravano frattaglie con la consistenza di pancetta lasciata a mollo nell'acido per ore intere, un premio ai ragazzi che l'hanno finita senza vomitare l'anima delle loro precedenti generazioni.
Non era solo toufu |
Amano bere, si godono la vita, ma il tutto rimanendo giapponesi, insomma un chaos organizzato anche quando fanno del casino.
La fine della serata è stata inconorata in un centro di purikura amate dalle ragazze giapponesi che ci spendono fior e fior di quattrini per fare delle fototessere da documenti, invece che passarli nelle sale giochi a fottersi gli occhi.
In questo centro abbiamo visto le studentesse con amiche, signorine con amiche, donne in carriera con amiche, Justin Bieber con amiche, gli One Direction con amiche, ragazzi di amiche con amiche e amiche passare ore e ore in cabine per fototessere per poi modificare le proprie foto nei modi più "kawaii" possibili cioè allargandosi gli occhi stile Grigi, mettere decorazioni di torte, stelline, cuoricini e peni invisibili e scritte di tipo: pinklife, #SWAG, mi piace la patata... Ho visto le rughe di novantenni scomparire manco l'elisir di giovenezza, cose che renderebbero pure Walter White Kawaii.
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Lo riconoscete? |
La notte era giovane ma dopo una bella foto di gruppo eseguita dal poveraccio che avrebbe preferito farsi arrestare dalla polizia locale invece che da dei turisti urlanti.
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